Il mio cielo è diverso di Flavio Emer

Flavio Emer era un giornalista e scrittore, un uomo ironico e profondo. Ma era anche un corpo fragile e vulnerabile costretto su una sedia a rotelle da una malattia degenerativa, un corpo fragile ma tenace che riusciva a scrivere grazie a un complesso sistema di controllo vocale del computer. 
Avrei tanto voluto conoscerlo Flavio, dirgli delle emozioni che ha suscitato in me la lettura di questo che è stato il suo primo libro, raccontargli le riflessioni nate dalle sue parole.
Flavio scrive in modo semplice e diretto, con molta ironia, senza mai cadere nel patetico o nella deriva dell’autocommiserazione anche quando le circostanze lo consentirebbero. Racconta il suo rapporto con la quotidianità, gli infiniti ostacoli che incontra nel condurre una vita “normale” chi si trova nella sua situazione, ma anche la volontà di cercare, per quanto possibile, di “muoversi” al passo con gli altri, di fare le stesse cose che fanno i suoi coetanei (scrisse il libro quando aveva poco più di vent’anni), di scherzare, divertirsi, sognare un futuro. Di ignorare la sua malattia anche se è perfettamente consapevole di ciò che lo aspetta.
“[…] percepisco la realtà nella mia maniera molto personale e forse con un pizzico di doverosa incoscienza. Tuttavia non rinuncerei alla mia voluta incoscienza perché, ne sono fermamente convinto, se guardassi direttamente in faccia la realtà […] tutto mi crollerebbe addosso. Non sopporterei troppe cose e smarrirei completamente il gusto e la gioia di vivere”.
Nel libro Flavio spiega con lucidità la sua visione della vita dalla carrozzina, il suo rifiuto del buonismo degli altri che gli perdonano tutto “viste le sue condizioni”, del suo rivendicare il diritto a essere dispettoso o arrabbiato come tutti, del suo rammarico perché sa che certe cose gli saranno sempre precluse, tranne che nei sogni a occhi aperti. Ma anche in questo caso non si piange addosso, semplicemente racconta ciò che prova.
Non è facile trasmettere l’essenza del libro con una recensione, la cosa migliore è consigliarvi di leggerlo.
“Mi piace moltissimo attaccarmi alla fantasia e penzolare leggero dal suo gancio osservando il meraviglioso e distorto paesaggio sottostante” scrive Flavio nelle prime pagine del libro.
Seguitelo, penzolate assieme a lui, osservate il suo mondo con la stessa meraviglia con cui lo ha fatto lui.