Come si scrive una tesi di laurea: la guida completa

La progettazione e scrittura di una tesi di laurea (triennale o magistrale) è un momento molto importante, significativo. Finalmente stai per completare un percorso di studi e questo ultimo impegno ti separa dalla sospirata laurea.
Quali sono i passaggi da seguire per portare a termine l’impresa?
In questo articolo ti accompagnerò passo passo nelle varie fasi del lavoro e vedrai che riuscirai tranquillamente a raggiungere l’obiettivo, con un poco di dedizione e pazienza.
Ogni polo universitario ha le sue linee guida relativamente alle tesi (che a volte variano persino da facoltà a facoltà), inoltre l’approccio al lavoro cambia a seconda del tipo di tesi che si decide di proporre (di ricerca o compilativa) e della materia, ma in linea di massima il modo di procedere è lo stesso.

Scegliere l’argomento e il tipo di tesi

A volte accade che sia il docente della materia che hai scelto per la tesi a proporre un argomento. Ma in genere sei tu a doverlo individuare.
Prima di tutto l’argomento deve interessarti, è ancora meglio se ti appassiona: se hai scelto quella materia significa che è la tua preferita del corso di laurea (o sarebbe auspicabile che lo fosse), se il tema di cui devi scrivere ti stimola, di certo il lavoro sarà più piacevole per te e questo influirà sul risultato finale. Inoltre l’argomento deve essere abbastanza specifico e circostanziato, in modo che tu lo possa svolgere con completezza.
Per esempio, se la tesi è in storia contemporanea e vuoi parlare della Prima Guerra Mondiale, sceglierai un aspetto di questo momento storico. Una tesi che riguardi tutti gli aspetti della Prima Guerra Mondiale, per essere esaustiva, dovrebbe prevedere un lavoro complesso e molto lungo. Invece potresti concentrarti su uno solo degli aspetti: le cause che ne hanno determinato lo scoppio, oppure l’entrata in guerra dell’Italia, oppure ancora le conseguenze sulla popolazione civile, ecc.
Devi poi decidere se si tratterà di una tesi di ricerca (in cui per esempio analizzerai una documentazione inedita, come può essere il diario di un soldato, oppure le lettere dal fronte) o se invece preferisci dedicarti a una tesi compilativa in cui utilizzi libri, articoli, materiali già editi sull’argomento per elaborare un tuo discorso personale.

Trovare il relatore

A meno che tu non abbia seguito un percorso specifico verso la tesi che coinvolga già un relatore, questo è il momento per proporgli il tuo progetto.
Il relatore è il docente della materia in cui hai deciso di svolgere la tesi che ti dovrebbe accompagnare nel lavoro e alla presenza del quale o della quale – oltre ai componenti della commissione di laurea – discuterai la tesi.
In un mondo ideale, il relatore che hai scelto ti dovrebbe guidare e accompagnare passo passo durante il lavoro. Purtroppo non sempre accade, così può capitarti un relatore bravo e che ti affianca nell’impresa, oppure qualcuno che ti abbandona al tuo destino, o una via di mezzo.
Ma, in questo momento, l’importante è che approvi il tuo argomento.
A seconda delle Università e Facoltà, può essere necessario che ti presenti al relatore non solo con l’argomento specifico e il modo in cui lo vuoi svolgere (tesi di ricerca o compilativa), ma già con un titolo ben formulato e in alcuni casi anche con un indice di massima. Ne parlo nel prossimo punto della guida.

Formulare il titolo e l’indice o sommario

Il titolo circoscrive le tematiche che affronterai quindi deve essere chiaro e didascalico. Non serve a nulla, invece, che tu scriva un titolo d’effetto visto che non sei un copywriter. Tornando all’esempio già fatto della tesi sulla Prima Guerra Mondiale, è meglio un titolo semplice e chiaro come “Le cause che hanno determinato la Prima Guerra Mondiale: analisi geopolitica e storica” invece di “Rombano i cannoni. Perché la Prima Guerra Mondiale?”.
L’indice o sommario, altrettanto importante, funziona da “scaletta”, da schema di lavoro e chiarisce meglio su quali argomenti concentrerai il tuo elaborato e la tua ricerca. È molto utile anche per organizzare le informazioni e i concetti che vuoi esporre. Si compone di capitoli (i macroargomenti) e di sottocapitoli (gli approfondimenti). Serve per dare un’idea al relatore della prospettiva da cui analizzerai le tematiche e come vuoi procedere nell’esposizione. Ovviamente in corso d’opera puoi modificare e migliorare l’indice.
Sia titolo che indice dovranno ricevere l’approvazione del relatore che potrà suggerirti adattamenti e modifiche.

Ricerca del materiale

Anche se talvolta qualche laureando è tentato di scopiazzare gli argomenti della tesi di qua e di là e poi assemblarli con un taglia e incolla, te lo sconsiglio vivamente. I motivi sono due: uno etico e uno pratico.
Quello etico: la tesi è il coronamento del tuo percorso di studi, grazie a essa dimostri il livello della tua preparazione e diventerà il tuo biglietto da visita come laureato e laureata.
Quello pratico: ogni tesi, per essere approvata, deve superare il test antiplagio che è piuttosto severo. Se tenti la strategia del copia e incolla sicuramente non supererai il test così, oltre a fare una figuraccia col relatore, dovrai riscriverla da capo e stavolta dovrà essere farina del tuo sacco.
Quindi ti conviene rimboccarti le maniche e cominciare a cercare il materiale.
A meno che tu non abbia scelto una tesi di ricerca che implichi delle attività in laboratorio o sul campo, le principali fonti di materiale saranno la biblioteca (di Facoltà, della tua città oppure una biblioteca specializzata), internet, libri e riviste che deciderai di acquistare oppure hai già a disposizione. Man mano che trovi materiale utile al tuo lavoro, è consigliabile schedarlo, sia per mettere ordine e ritrovare le diverse informazioni, sia per non sbagliare ad attribuire un determinato concetto all’autore giusto, sia – infine – per costruire una buona bibliografia, di cui parlerò in uno dei prossimi paragrafi. Se cerchi suggerimenti sulla schedatura, un libro ancora valido, anche se pubblicato tanti anni fa, è “Come si fa una tesi di laurea” di Umberto Eco, riedito di recente da La nave di Teseo.
Due strumenti utili online sono Google Scholar e Tesi online, non per copiare brani pedissequamente ma per trovare spunti di ricerca o farsi una prima idea relativamente agli argomenti che vorrai approfondire.

Scrittura

Ora che hai raccolto tutto il materiale necessario è arrivato il momento forse più temuto e importante: scrivere la tesi.
Ti consiglio di procedere seguendo il sommario (indice) che hai già preparato e che puoi usare come schema per esporre i contenuti.
L’introduzione e le conclusioni sono due parti molto significative: nella prima riassumi in sintesi come si articolerà la tua dissertazione, i motivi per cui hai scelto quegli argomenti, la prospettiva in cui li affronterai; le conclusioni, invece, sottolineano i concetti fondamentali sui quali si basa la tua ricerca e offrono una tua interpretazione oppure un collegamento con la tua specializzazione o la vita reale.
Se ti assale il panico del foglio bianco, ti suggerisco di cominciare a buttare giù i concetti e le informazioni consultando il materiale che hai in precedenza raccolto e schedato senza preoccuparti della forma. Possono essere anche pensieri scollegati gli uni dagli altri. In questo modo ti troverai di fronte uno “scheletro”, una prima stesura che in seguito potrai trasformare in un testo fluido, facendo i giusti collegamenti tra i vari periodi, correggendo ortografia e sintassi.
A questo proposito potrebbero esserti utili due miei articoli:
Due tecniche infallibili per scrivere un testo efficace
I quattro errori di ortografia più diffusi

Citazioni e antiplagio

Redigendo la tesi può accadere che tu voglia citare precisamente una frase o un brano che hai trovato particolarmente significativi durante la ricerca e che esprimono al meglio un dato concetto.
Riguardo alle citazioni ci sono due aspetti importanti che devi considerare.
Il primo è il controllo antiplagio. Come ho già scritto, ogni tesi, per essere approvata, deve superare il test antiplagio che è piuttosto severo, questo significa che se nel testo complessivo viene rilevato più del 15% di citazioni di altri autori, la tesi viene respinta. Ogni Università ha adottato uno dei vari software antiplagio presenti online, tra i più noti cito NoPlagio, Compilatio, Turnitin. Ma ne esistono molti altri, anche nella versione free (che però è meno accurata e severa). Questi software segnalano, in un testo, tutte le parti che hanno corrispondenze in altri testi disponibili online (articoli, tesi, siti, ecc.). Occorre quindi fare un uso moderato delle citazioni, anche se chiaramente indicate nel tuo testo, soprattutto se ricavate da testi trovati online.
Inoltre ogni Università adotta dei sistemi standard per le citazioni bibliografiche nelle tesi di laurea. Spesso tali parametri si trovano indicati nei siti delle varie facoltà, o ti vengono spiegati dal tuo relatore, ma nel caso ti dovessi arrangiare, trovi molte informazioni utili in questo articolo dell’Associazione Italiana Biblioteche

Note

Le note servono per aggiungere informazioni, specificare un concetto senza appesantire il periodo, fornire indicazioni bibliografiche, chiarire la traduzione di un termine, ecc. Puoi scegliere di inserirle in fondo alla pagina che contiene la parola contrassegnata con il numero esponente del richiamo di nota, oppure in chiusura di capitolo. Personalmente, ritengo più comode da consultare quelle a piè di pagina.

Bibliografia, sitografia, altri indici

La bibliografia è uno dei principali elementi di valutazione di una tesi: se l’autore ha fatto un buon lavoro, la bibliografia è approfondita, riporta i testi più recenti sull’argomento trattato, oltre che testi più vecchi, ma soprattutto cita solo i testi realmente consultati. Mi è capitato di vedere bibliografie di tesi lunghe svariate pagine, che citavano libri palesemente non utilizzati nella scrittura dell’elaborato, oppure libri in tedesco, spagnolo, francese, inglese che con tutta evidenza l’autore non aveva utilizzato o aveva usato nella traduzione italiana. La bibliografia deve essere reale, sincera, non uno stratagemma per aumentare il numero complessivo di pagine della tesi.
Lo stesso discorso vale per la sitografia, o la filmografia nei casi in cui si siano usate queste fonti.
Per sapere come indicare in pratica i libri o gli articoli utilizzati, ti rimando all’articolo dell’Associazione Italiana Biblioteche di cui ho scritto qualche riga più sopra.
Oltre alla bibliografia, alla fine della tesi possono comparire altri indici specifici se richiesti dal relatore: indice degli autori citati, indice delle fonti (usato in particolare per le tesi scientifiche o di ricerca), indice degli allegati, indice delle tabelle, ecc.

Revisione e confronto col relatore

Le modalità di revisione e approvazione della tesi variano da relatore a relatore: c’è chi vuole leggere tutto il testo quando è completo e chi invece preferisce verificare un capitolo alla volta. Potrebbe accadere che il relatore ti indichi delle correzioni da fare, o ti chieda di ampliare delle parti, di riscrivere dei brani, soprattutto se non hai superato i controlli antiplagio. Di certo, una volta che hai terminato di scrivere il lavoro e prima di consegnarlo al relatore, ti conviene rileggere con attenzione per eliminare gli errori e rendere il testo più scorrevole e chiaro possibile.
Quando il relatore ti dà l’approvazione puoi consegnare la tesi definitiva e prepararti per l’ultima fatica, la discussione e la proclamazione. Ce l’hai fatta!

Spero che questa mia giuda sintetica ti sia stata utile per avere le idee più chiare sul lavoro da svolgere e come procedere.
Se hai domande puoi scrivermi nei commenti.

Se preferisci avere una guida in una o tutte le fasi del percorso di progettazione e realizzazione della tesi, sono a tua disposizione col mio servizio SOS Tesi di Laurea (trovi tutte le informazioni a questo link).