Il valore di un editing

In cosa consiste l’editing? Quanto “vale” in tempo e denaro? Serve davvero?
Sono domande che spesso mi vengono fatte dai clienti. L’editor è una figura un po’ misteriosa e molti non sanno esattamente in cosa consiste il suo lavoro.
Prima di tutto vorrei però spiegare la differenza fra editing e correzione di bozze, visto che di frequente vengono confusi.
La correzione di bozze si effettua subito prima di pubblicare il libro e si tratta di un controllo finale per verificare che non vi siano refusi o errori sfuggiti alla revisione precedente.
L’editing, invece, è un lavoro più approfondito e riguarda non solo ortografia, grammatica, stile narrativo, coerenza storica e geografica e tutti i dettagli che rendono una storia verosimile, ma interviene, se necessario, anche nella struttura della storia e nei suoi contenuti.
È evidente che, se fatto seriamente, un editing richiede impegno, precisione, “occhio”, rispetto per la creatività dell’autore e pazienza.
Ogni editor ha il suo metodo di lavoro, per quanto mi riguarda io procedo così: quando mi viene proposto un lavoro leggo tutto il testo (non solo qualche pagina qua e là) per capire che tipo di intervento richiede (solo una sistematina semplice, oppure un intervento più articolato come la riscrittura di alcune parti, ecc.), valutare se sono in grado di farlo (nel caso per esempio di un saggio relativo a una materia che non conosco, dovrei studiare per verificare che ciò che è scritto sia esatto, che non vi siano incongruenze o inesattezze, il lavoro richiederebbe un monte ore immenso e il costo sarebbe altissimo), e anche se voglio farlo (quando mi trovo davanti dei testi che sarebbero completamente da riscrivere di solito declino la proposta di lavoro con garbo).
Il costo del lavoro viene determinato in modo matematico: si contano le battute totali del testo (spazi inclusi), si dividono per l’unità di misura della cartella tipografica (1800 battute spazi inclusi), e si ottengono il numero di cartelle che si moltiplicano per il costo unitario; a seconda del tipo di editing, se è leggero o intensivo, il prezzo è diverso.
Una volta che il cliente ha accettato il preventivo e mi ha inviato il file nel formato adatto, inizio la prima fase di editing. Uso la funzione del programma di scrittura che mi permette di rendere visibili le modifiche e le correzioni. Terminato questo “primo giro” effetto una prima rilettura, poi creo un secondo file “pulito” (in cui è visibile solo il risultato finale dell’intervento) e lo rileggo, perché qualche cosa sfugge sempre. A cosa serve questo secondo file? Se il cliente approva tutti i miei interventi ha in questo modo già a disposizione il manoscritto definitivo.
A questo punto le domande “quanto vale l’editing in tempo e denaro? Serve davvero?” credo trovino risposta da sole.
Ma aggiungo che l’editing serve e ha valore se è fatto con serietà e pazienza, se l’editor si immedesima nell’autore e non stravolge il suo stile, se si crea dialogo e collaborazione tra cliente e fornitore del servizio.
Io credo in un modo di lavorare etico e rispettoso del cliente. Ci metto impegno e passione. Dai riscontri che ho, la mia filosofia traspare e mi incoraggia a proseguire su questa strada. A volte mi vengono richiesti lavori impegnativi per pochi euro, forse perché le persone non hanno idea dell’impegno necessario a realizzare un editing ben fatto, oppure perchè nel nostro paese si dà troppo poco valore al lavoro culturale.
In questi casi mi concedo il lusso di rifiutare. Il valore di un editing sta anche nella libertà di lavorare solo per i progetti che toccano le mie corde e che rispettano la mia professionalità.