Nunca mas (Mai più) di Nicola Pettorino

Valerio Valeri è un giornalista piemontese impegnato nel sociale, uno che di ingiustizie e soprusi, di fatti loschi e di malagestione della cosa pubblica non solo ne scrive, ma ci si trova spesso invischiato dentro per il forte senso civile e di responsabilità che lo caratterizza. Per mantenere una promessa fatta a un anziano amico defunto si trova invischiato in una vicenda che riporta alla  luce i terribili anni della dittatura militare in Argentina, durante i quali furono imprigionati e uccisi tantissimi giovani e meno giovani, impegnati in politica, oppure semplicemente attivi nell’ambiente culturale o legati da vincoli di amicizia e affetto a persone malviste al regime. Tra il 1976 e il 1983 i desaparecidos, gli scomparsi, furono 40.000. Molti di essi avevano origini italiane poiché una delle mete principali della emigrazione italiana agli inizi del ‘900 fu appunto l’Argentina.
Valeri, per risolvere alcune questioni testamentarie, segue le tracce di uno di questi desaparecidos e precipita sempre più nei dettagli di un genocidio che in Europa ha subito una colpevole disattenzione ed è stato denunciato tardi, grazie soprattutto all’impegno delle madri e le nonne di Plaza de Mayo.
Il romanzo è incalzante, di quelli in cui vai avanti a leggere pagina dopo pagina per sapere “come va a finire”. Ma al di là del libro godibilissimo, è molto importante anche la testimonianza storica, fare conoscere al lettore cosa è accaduto in anni non lontani, sensibilizzare affinché tragedie simili non accadano mai più, nunca mas.
Il libro di Pettorino ha alcune altre caratteristiche che esulano dalla mera letteratura, ma sono degne di nota: è stato autoprodotto grazie al supporto di un gruppo di amici che hanno destinato parte del ricavato alla Onlus Fiori sulla luna che si occupa di giovani disabili. Inoltre il volume è stato stampato con un carattere ad alta leggibilità per favorire chi è affetto da dislessia.